A fronte della vastità delle indicazioni per la crioconservazione (per saperne di più clicca
qui), in Italia non vi è una corrispondente agevolazione legislativa. Per le sole pazienti oncologiche è, infatti, prevista un’esenzione dalla significativa spesa farmacologica. Nel nostro Paese, inoltre, a differenza di altri, i gameti stoccati non sono ereditabili o cedibili, ma rimangono di esclusiva proprietà del paziente che è unico titolare della richiesta di riutilizzo.
L’opzione della crioconservazione resta valida anche per tutti coloro (in questo caso prevalentemente donne) che per motivi sociali (assenza di un partner stabile, valutazione di condizioni non ottimali per l’allevamento), devono rimandare la riproduzione nel tempo.
Questa tecnica chiamata “social freezing” non è al momento rimborsata dal Sistema Sanitario Nazionale.
Bisogna ricordare che la tecnica può essere efficace solo se programmata per tempo (prima dei 35 anni) e se il numero degli ovociti stoccati è sufficiente (almeno 6). La fertilità femminile inizia infatti il suo declino già dai 32 anni, dai 37 il calo diventa significativo e le potenzialità riproduttive quasi si azzerano dopo i 43 anni.